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Comunicato congiunto Assoimprenditori-sindacati ASGB, CGIL/AGB, SGBCISL, UIL-SGK sulle politiche abitative
“Per favorire i nostri giovani a trovare casa, mantenere sul territorio i nostri talenti, riportare i cervelli attualmente fuori provincia in Alto Adige e attirarne da altre realtà, è decisivo garantire la possibilità di accedere ad alloggi a costo sostenibile, in particolare per quanto riguarda il mercato degli affitti”. Così le organizzazioni sindacali ASGB, CGIL/AGB, SGBCISL, UIL-SGK e Assoimprenditori Alto Adige, che prendono posizione sul disegno di legge “Ordinamento dell'edilizia abitativa agevolata” all’ordine del giorno della prossima seduta del Consiglio provinciale.
Riguardo alle politiche abitative, la giunta provinciale si è prefissata l’obiettivo di garantire alloggi a costi sostenibili. Abbiamo condiviso questo obiettivo fin da subito, perché lo riteniamo determinante per uno sviluppo del territorio sempre più orientato alle future generazioni.
Alloggi a costi sostenibili – di proprietà ma soprattutto in affitto – saranno fondamentali per un Alto Adige che vuole restare un territorio per vivere e lavorare che sia attrattivo e competitivo a livello internazionale.
Constatiamo che il disegno di legge “Ordinamento dell'edilizia abitativa agevolata” non risponde a queste esigenze. Riteniamo che le misure contenute non siano sufficienti rispetto alla situazione attuale e ancor di meno rispetto ad una situazione che – considerando l’elevata inflazione e l’aumento dei tassi di interesse per i mutui – nei prossimi mesi diventerà ancora più difficile.
Ribadiamo quindi le proposte comuni già presentate alla giunta provinciale nel dicembre 2019, che purtroppo sono state solo parzialmente prese in considerazione, e invitiamo consigliere e consiglieri provinciali a uno sforzo comune per rispondere all’emergenza abitativa che crea problemi alle famiglie, in particolare ai giovani, e alle imprese, che anche per questo motivo si trovano a doversi confrontare con una sempre maggiore carenza di personale.
Pronti ad un confronto costruttivo sulle nostre proposte, le mettiamo a disposizione come contributo comune per arrivare alla definizione di misure realmente utili a garantire alloggi a costi sostenibili.
Le nostre proposte
- Attenta pianificazione per il recupero, la riqualificazione/riutilizzo di aree già esistenti pubbliche e private e per la messa a disposizione di nuove aree edificabili: al centro delle politiche dovranno esserci il reale fabbisogno abitativo e un utilizzo responsabile del territorio.
- L’elevato costo dei terreni è tra i motivi principali che portano al caro-casa. Va garantita la parità di trattamento, consentendo l’accesso ai terreni per l’edilizia agevolata a tutti i residenti per la costruzione della prima casa e per la costruzione di alloggi in affitto a canone provinciale per non meno di vent’anni a residenti. L’eventuale contributo pubblico deve essere destinato alla famiglia e non all’acquisto del terreno o agli oneri di urbanizzazione.
- Mercato degli affitti: l’Alto Adige ha bisogno di un mercato degli affitti efficiente e funzionale che risponda in particolare alle mutate esigenze dei nostri giovani. Eccessive limitazioni sono controproducenti. Il canone provinciale deve essere modulato prevedendo delle riduzioni nelle realtà comunali nelle quali esso si riveli essere superiore ai prezzi di mercato.
- Il fabbisogno di alloggi sociali dovrà essere coperto anche in futuro dall’Istituto per l’Edilizia Sociale. Una collaborazione tra pubblico e privato, con l’affitto di alloggi all’IPES da parte dei proprietari, potrebbe rappresentare una soluzione aggiuntiva.
- Apprezziamo i passi in avanti fatti per facilitare la realizzazione di studentati e consideriamo indispensabile che anche la costruzione di case albergo per lavoratori possa essere resa più veloce.
- La creazione di un fondo finanziato dalla Provincia a garanzia della copertura di canoni di locazione e oneri accessori, con liquidazione diretta al locatore, nel caso in cui il conduttore si trovi in situazione di “morosità incolpevole”, qualora il contratto di locazione preveda un canone inferiore al canone massimo individuato, per quello specifico immobile, dagli accordi territoriali. Da un lato tale fondo di garanzia agirebbe da stimolo per invogliare i proprietari alla locazione, dall’altro produrrebbe un effetto di riduzione dei canoni d’affitto.
- Riguardo al contributo al canone di locazione e per le spese accessorie, la base del calcolo dovrebbe essere la DURP del primo livello anziché la DURP del terzo livello. I vantaggi sono evidenti: tra gli altri, viene detratto il dieci per cento del reddito percepito. Inoltre, esigiamo dai distretti sociali di non richiedere più dai richiedenti gli estratti conto per poi dichiarare eventuali contributi privati come reddito. Diverse sentenze hanno già confermato che quel comportamento non è giuridicamente valido.