E’ stato prolungato al 2015 il termine per l’elaborazione dei piani delle zone di pericolo – ne deriva un grande potenziale di lavori per il rilancio del settore edile in forte crisi

I comuni altoatesini hanno l’obbligo di elaborare un piano delle zone di pericolo. La Giunta provinciale, in accordo con il Consorzio dei Comuni, ha rinviato alla fine del 2015 il termine per la presentazione di tali piani. I lavori per la messa in sicurezza delle cosiddette zone rosse, quelle considerate a maggiore rischio idrogeologico, comporteranno massicci investimenti da parte della mano pubblica. La spesa stimata si aggira attorno al miliardo di euro.

Per il risanamento delle zone di pericolo saranno appaltati i necessari lavori, che potranno essere eseguiti dalle imprese locali e serviranno a garantire importanti posti di lavoro. “In questo momento il settore edile locale sta vivendo un momento di forte flessione del lavoro. I futuri interventi per il risanamento delle zone di pericolo racchiudono un grande potenziale di lavori di cui abbiamo assolutamente bisogno. Sarebbero, infatti, un importante motore per rimettere in moto questo nostro settore e trainare così tutta l’economia”, commenta il Presidente del Collegio Costruttori edili, Thomas Ausserhofer (Unionbau Srl). La sopravvivenza stessa delle imprese attive nel campo delle opere infrastrutturali dipende da questo tipo di lavori.

In tale contesto l’Azienda speciale provinciale per i bacini montani rappresenta un problema per questo tipo di imprese in quanto nel corso degli anni è diventata uno dei loro maggiori concorrenti. Nella maggior parte dei casi i lavori non vengono, infatti, appaltati tramite gara e così non sono valutati in base ai criteri della qualità e del prezzo, ma vengono semplicemente affidati dalla Provincia direttamente all’Azienda per i bacini montani. “Le nostre imprese svolgono un ottimo lavoro e sono conosciute nell’arco alpino per i loro prodotti e le loro prestazioni di alta qualità. L’Azienda speciale non dovrebbe rappresentare un concorrente per le imprese edili locali, ma potrebbe diventare un centro di competenze per l’edilizia alpina”, afferma il Presidente Ausserhofer, che prosegue con convinzione: “E’ arrivato il momento che l’edilizia locale inizi a muoversi. Per questo il Collegio dei Costruttori edili rinnova con forza la sua richiesta: i lavori dei bacini montani devono finalmente essere assegnati tramite gara di appalto pubblica in modo tale che questo importante segmento di mercato sia accessibile alle imprese locali.”