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Autonomie speciali, modello da condividere - A Rovereto il confronto promosso dalla Federazione dell’Industria del Trentino-Alto Adige
Comunicato stampa - “L’autonomia non è un privilegio da difendere, ma un valore che va guadagnato e condiviso”. È questo il messaggio lanciato dalla Federazione dell’Industria del Trentino-Alto Adige che oggi presso la Metalsistem Spa di Rovereto ha promosso un confronto sulle autonomie regionali assieme alle Confindustrie del nord Italia. All’incontro, presieduto dal presidente della Federazione regionale Paolo Mazzalai e dal presidente di Assoimprenditori Alto Adige Stefan Pan, hanno partecipato anche i presidenti delle Province autonome di Trento Ugo Rossi e di Bolzano Arno Kompatscher. Presente anche la Confindustria nazionale, rappresentata dal vicepresidente con delega per lo Sviluppo Economico e l’Energia, Aurelio Regina.
Il dibattito è stato introdotto da Paolo Mazzalai, che ha illustrato agli imprenditori delle altre regioni il senso dell’autonomia di Trento e Bolzano: “Il significato dell’autonomia non si misura con la capacità di spesa. Sta piuttosto – ha detto – nella possibilità di disegnare traiettorie di sviluppo a livello locale. Significa avere la possibilità di condividere con le parti sociali analisi e proposte sulla politica industriale, da declinare sul territorio. Significa anche, per gli amministratori pubblici, dover rispondere quotidianamente ai cittadini e alle imprese, che hanno la possibilità di rapportarsi direttamente con loro e di verificarne l’operato”. Mazzalai ha quindi avanzato una proposta di collaborazione con le altre regioni sul tema dell’autonomia, per realizzare sul territorio politiche economiche efficaci che facciano ripartire l’economia. “La nostra idea di autonomie regionali – ha spiegato – dotate di poteri decisionali più ampi, unita alla volontà di costituire un asse con i territori vicini, è la chiave per tentare di riaccendere il motore della nostra economia e fare tornare a correre il nostro manifatturiero. Ci piacerebbe che oggi da Rovereto, da uno dei centri nevralgici dell’industria della nostra regione, partisse un progetto in grado di estendersi al resto del Nord Italia, un progetto in grado di rilanciare la nostra industria manifatturiera e darle il ruolo che merita”.
Sulla stessa linea anche Stefan Pan, presidente di Assoimprenditori Alto Adige: “Siamo convinti che l’Italia abbia delle enormi potenzialità: siamo il più importante Paese manifatturiero europeo dopo la Germania. Questi due Paesi, Italia e Germania, insieme esportano più della Cina, più degli Stati Uniti. Siamo campioni mondiali dell’export e non ce ne rendiamo neppure conto, perché troppo spesso ci sono dei muri che ci dividono. Oggi siamo qui per abbattere uno di questi muri mentali, quello tra regioni speciali e regioni normali. Non è rendendo più normali le regioni speciali che risaneremo i conti dello Stato, quello che dobbiamo cercare di fare è di rendere più speciali le regioni normali. Una grande impresa con 20 stabilimenti non chiude certo gli stabilimenti che lavorano in utile per allineare i risultati agli stabilimenti che funzionano peggio, perché in questo modo fallirebbe l’impresa. No, si cerca di elevare gli standard delle altre fabbriche in modo da garantire una crescita sana ed equilibrata a tutto il gruppo. È l’obiettivo che vogliamo raggiungere tutti, riportare l’Italia a crescere”.
Così il Presidente della Provincia di Trento, Ugo Rossi: “Siamo un territorio che ha sempre vissuto ispirandosi al concetto del “fare da sé”, cercando di auto organizzarsi per affrontare i problemi tipici di un territorio di montagna e di frontiera. Lo abbiamo sempre fatto nel segno della responsabilità e continueremo a farlo, anche in questi tempi difficili per il “sistema Italia”. La prova sta già nelle ingenti somme riservate allo Stato per contribuire al risanamento dei conti pubblici e che portano di fatto il nostro sistema a fare i conti non più sui nove decimi delle tasse bensì su poco più di sette decimi. Ma abbiamo offerto anche un'altra strada, al vaglio del Governo, ossia quella del cosiddetto residuo fiscale che calcola effettivamente quanto un territorio paga e quanto lo Stato lì spende effettivamente per i servizi pubblici: ebbene siamo convinti che se la nostra formula venisse accolta, il Trentino-Alto Adige/Südtirol si allineerebbe alle regioni del Nord più virtuose. Purché, s’intenda, nessuno metta in discussione l'autonomia grazie alla quale è un territorio a poter decidere come affrontare le emergenze e come pensare al futuro dei propri cittadini e del proprio Paese”.
Queste, infine, le parole del presidente della Provincia di Bolzano, Arno Kompatscher: “La nostra autonomia si fonda sulla tutela delle minoranze, e i diritti che porta con sé sono garantiti da accordi internazionali. Allo stesso tempo rappresentiamo un modello di successo che può fungere da best-practice per altre regioni interessate a muoversi lungo la nostra stessa direzione. Se oggi possiamo contare su una società forte, su un’economia solida e di successo, lo dobbiamo innanzitutto a questo modello di autonomia, che ci consente da un lato di operare a stretto contatto con i cittadini, di cui siamo in grado di recepire bisogni ed esigenze, e dall’altro di avere un continuo e costante feedback, utile a trovare le soluzioni migliori ai problemi che emergono a livello locale. Questo, però, non può e non deve significare che lo sviluppo della nostra autonomia sia un percorso concluso, tutt’altro. L’obiettivo è quello di adeguare lo Statuto a condizioni sociali e politiche in continua evoluzione, e creare le condizioni di base dal punto di vista giuridico affinché la nostra autonomia possa essere ulteriormente ampliata e rafforzata”.