Dalla soddisfazione alla delusione. Questo il percorso dello stato d’animo di Assoimprenditori in base a quanto emerso dalla Legge finanziaria 2007 stilata a Roma e dai decreti collegati. Il Consiglio Direttivo dell’Associazione il 31 ottobre ha ringraziato i parlamentari Karl Zeller e Siegfried Brugger per l’impegno profuso ed il successo raggiunto in relazione alla tassazione sugli immobili. Al contempo però il parlamentino degli imprenditori ha inevitabilmente dovuto deplorare come l’insieme dei provvedimenti impositivi confezionato a Roma danneggi le imprese industriali nei confronti della concorrenza Europea.

I 50 componenti del Consiglio Direttivo sono delusi anche dal rifiuto della Giunta Provinciale, di non difendere i posti di lavoro riducendo di un punto percentuale l’IRAP. Il Presidente di Assoimprenditori, Christof Oberrauch, ricorda quanto spesso la provincia non abbia ascoltato la proposta, in base alla quale si lasci ai singoli imprenditori la possibilità di scegliere, se subire una maggiore imposizione fiscale avendo accesso ai contributi provinciali, oppure pagare meno tasse rinunciando ai contributi ordinari.

Il Consiglio Direttivo di Assoimprenditori ha appreso con avversione che la tassazione sulle imprese, compresa l’IRAP, qui da noi può raggiungere la soglia del 50%, a fronte di quanto accade in Austria dove si attesta al massimo sul 25%. Non bisogna poi stupirsi se un numero crescente di imprenditori guardano con sempre maggiore attenzione all’opportunità di investire all’estero.

La localizzazione Alto Adige è in pericolo. A meno che il parlamento di Roma ed i comuni non trovino delle alternative ad alzare ulteriormente l’imposta sugli immobili, (ICI) e l’addizionale dell’imposta sul reddito (IRPEF). Oltre a ciò Assoimprenditori si attende un no deciso contro l’aumento impositivo per le società non operative ed altri specifici comparti dell’economia.

Accanto alla pressione fiscale in Alto Adige vanno considerati anche gli alti costi dell’energia (fino al 30% in più rispetto all’estero), gli alti costi dei terreni (fino a 10 volte superiori rispetto alle regioni limitrofe), nonché le interminabili attese necessarie ad avere le autorizzazioni richieste per attuare programmi d’investimento (invece di poche settimane sono spesso necessari molti anni). Inevitabilmente tutto questo mina la localizzazione Alto Adige e conseguentemente la sicurezza dei posti di lavoro nonché il gettito fiscale percepito dalla Provincia.