Le proposte per una riforma dell’attuale ordinamento dell’edilizia abitativa vanno nella giusta direzione. Era ora che la legge sull’edilizia abitativa agevolata in vigore venisse rielaborata ed adattata alle nuove esigenze del mercato: questo è il commento del Presidente del Collegio dei Costruttori edili, Thomas Ausserhofer (Unionbau Srl), in merito alle novità del nuovo disegno di legge presentate dalla Giunta provinciale nella sua seduta di questa settimana (12 dicembre 2011). Tra queste dovrebbe esserne però prevista un’altra di fondamentale importanza, in altre parole, prevedere contributi pubblici per l’acquisto dell’abitazione e non – come previsto finora – per l’acquisto dei terreni. “In questo momento sono previsti tre tipi di contributi pubblici per l’edilizia agevolata: per l’acquisto del terreno, per gli oneri di urbanizzazione e per il costo di costruzione. Tale sistema è ormai superato e deve essere rivisto al più presto, in quanto ha contribuito fortemente nei decenni passati al costante rialzo dei prezzi dei terreni“, spiega il Presidente Ausserhofer.

I prezzi elevati delle abitazioni in Alto Adige non da ultimo sono dovuti agli alti prezzi dei terreni. I modelli di edilizia agevolata del Tirolo e del Veneto sarebbero assolutamente adatti anche per l’Alto Adige. In queste due regioni, infatti, il prezzo di vendita a “chiavi in mano” dell’immobile agevolato viene definito al metro quadrato. In questo modo chi costruisce o vende un appartamento, conosce già in anticipo le condizioni e può fare di conseguenza i propri calcoli. Questo modo di lavorare porterebbe a lunga scadenza ad una riduzione dei prezzi dei terreni.

Secondo i costruttori edili bisognerebbe, inoltre, prendere finalmente le distanze dal sistema degli alloggi convenzionati e cercare una nuova soluzione. “Il convenzionamento perenne frena già da anni il mercato locale dell’acquisto e delle locazioni. L’argomentazione della ‘svendita della nostra provincia’ non è plausibile in quanto soltanto pochi comuni altoatesini sono realmente interessati da tale fenomeno. Sarebbe, invece, molto più efficace definire per ogni comune un contingente di ‘seconde case’. Varrebbe, inoltre, la pena fare una riflessione sull’abolizione del contributo alle spese di locazione che tende inutilmente al rialzo le spese di affitto e penalizza il mercato”, conclude Thomas Ausserhofer.